L’avida sete: alla scoperta di C. Gesualdo Da Venosa con l’ensemble De Labyrintho e Sandro Cappelletto

22 Febbraio 2017

Il tormentato passaggio tra Rinascimento e Barocco rivissuto attraverso la vita e le opere di un compositore ancora poco conosciuto, Carlo Gesualdo, Principe di Venosa. È questo il cuore della performance che andrà in scena domenica 26 febbraio all’Auditorium “L. Boccherini”, alle 17, nell’ambito della stagione cameristica dell’Associazione musicale lucchese. “L’avida sete”, così si intitola il concerto che vedrà come protagonisti i cantori dell’Ensemble De Labyrintho diretto da Walter Testolin e Sandro Cappelletto, voce narrante dello spettacolo. “L’avida sete” restituisce uno spaccato dell’atmosfera del castello nel quale Gesualdo, discendente di una delle più antiche famiglie aristocratiche del reame di Napoli, viveva e in cui nacque le sua musica, testimone delle metamorfosi dell’uomo di fine Rinascimento.

“Don Carlo Gesualdo… compositore tanto grande quanto inquietante”. Così Igor Stravinskji lo descrisse, forse riferendosi non solo alla sua musica passionale, quasi disordinata, ma anche alle cronache dell’epoca, che lo videro protagonista di un delitto d’onore nel quale venne assassinata la prima moglie, Maria d’Avalos, uccisa insieme all’amante. Al di là di questo episodio, Carlo Gesualdo fu un fine conoscitore della musica e lui stesso apprezzato suonatore di liuto. Soprattutto, fu un eccelso madrigalista, che con la sua esuberanza ruppe con l’ordinata armonia rinascimentale, anticipando la convulsa interiorità del Barocco.

Domenica verranno eseguiti i madrigali Baci soavi e cari; Mercè, grido piangendo; Deh, come invan sospiro; Dolcissima mia vita, Io pur respiro, in così gran dolore, Itene o miei sospiri; Moro, lasso al mio duolo; Se la mia morte brami, Asciugate i begli occhi e infine Dolce spirto d’amore.